Lavoro: le certezze della Marini si infrangono sui dati ISTAT

Lo scorso martedì la presidente Marini ha presentato il proprio programma di governo, un insieme di belle parole senza alcun legame con la realtà disastrosa della nostra Regione. Io e altri consiglieri abbiamo espresso numerose perplessità e ci siamo visti interrompere durante gli interventi dalla Marini con una arroganza inusuale persino per lei. Penso sia un buon segno, perché significa che, per la prima volta in anni, il Consiglio regionale (espressione degli elettori) ricomincia ad assumere il proprio ruolo di controllo e di centralità nella politica regionale, ruolo che aveva via via delegato alla Giunta, finendo per essere un semplice organo di ratifica. La Presidente Marini era evidentemente disturbata da alcuni interventi critici, sia del MoVimento 5 Stelle, che di (pochi) altri consiglieri, arrivando anche al punto di interromperli con arroganza.Ma lo scopo di questo mio articolo non è aprire una polemica, quanto piuttosto informarvi che una delle critiche da noi mosse circa i numeri del Programma sulla disoccupazione in calo e la “ripresa”, grazie, scrive la presidente, al contributo del Jobs Act di Renzi, sono state immediatamente corroborate dagli ultimi dati ISTAT, che attestano nuovamente una disoccupazione generale al 12,7% e una disoccupazione giovanile che tocca il nuovo massimo del 44,2%. Anche la Presidente dell’Umbria, come suole avvenire per il Presidente del Consiglio dei Ministri, è stata smentita dalla cruda realtà di un paese che la luce in fondo al tunnel ancora non la vede minimamente.Questo dato non ci sorprende purtroppo, anzi temo che peggiorerà ancora data la politica di pura propaganda del governo Renzi che, da un lato, elimina molti diritti e garanzie, dall’altro adotta misure che soffocano l’imprenditoria piccola e media, vera fonte di lavoro e spina dorsale dell’economia italiana.La situazione della nostra Regione, purtroppo, non è diversa e sono necessari in primis interventi atti a far ripartire l’economia reale, e questo proprio perché le risorse derivanti dai trasferimenti del governo sono in calo (elemento questo che non solo è ripetuto ossessivamente nel Programma, ma ci viene ricordato ad ogni riunione in commissione dall’assessore di turno). Per creare occupazione e affrontare questa emergenza (ricordo che la percentuale di poveri in Umbria è quintuplicata negli ultimi anni) bisogna operare su due fronti.
1. Creare occupazione
2. Aiutare concretamente chi è in difficoltà
Per il raggiungimento del primo obiettivo è imprescindibile ragionare in termini di creazione di un ambiente favorevole alle imprese e non semplicemente di rimozione dei diritti ai lavoratori. La Regione non può semplicemente essere un “distributore” di fondi europei e trasferimenti del governo nazionale. Sarebbe necessario che la Regione torni ad avere una politica attiva nell’economia, vera fonte di occupazione e benessere. In questo senso vigileremo affinché le poche risorse vengano impiegate per aiutare chi veramente ne ha bisogno e destinate per usi veramente produttivi. Solo per fare un esempio di impieghi clientelari e improduttivi, stiamo proprio ora indagando sui milioni di euro destinati a progetti di “formazione” che non stanno dando effetti positivi in termini di occupazione. Bisognerebbe poi aiutare concretamente le piccole e medie imprese, incentivando concretamente l’innovazione e l’iniziativa.Per quanto riguarda il secondo punto qui non stiamo parlando di mero assistenzialismo e contributi a pioggia ma di aiuti concreti che contribuiscano a creare un ambiente di fiducia indispensabile per una vita dignitosa di tutti e, di riflesso, in grado di far ripartire l’economia della nostra Regione. Il reddito di cittadinanza, strutturato in modo da incentivare il beneficiario a cercare un lavoro, essere disponibile a lavori di pubblica utilità e formarsi, è la misura che più si presta a questo scopo. Anche per questo ci stiamo battendo e abbiamo già depositato una mozione in Consiglio regionale.
Maria Grazia Carbonari,
Portavoce M5S
Consiglio Regione Umbria1 agosto 2015 (fonte: www.liberatiumbria.it)

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