Reddito di Cittadinanza: la povertà (non) può attendere

Il Consiglio Regionale si accinge a valutare il Documento di Economia e Finanza 2016-2018. Al di là delle riflessioni che il Gruppo M5S produrrà in Commissione e in Aula con una puntuale analisi tecnica e politica da parte della collega Maria Grazia Carbonari, lo scrivente portavoce intende in questa sede soffermarsi su quanto Catiuscia Marini farebbe contro le crescenti povertà.

Sin dall’insediamento abbiamo lavorato per affermare verità e trasparenza a ogni livello amministrativo, rivolgendo lo sguardo anzitutto a quei 30.000 umbri che vivono sotto la soglia della povertà assoluta, indicata in € 3.000/annui: ogni 1% di taglio agli sprechi nel bilancio regionale liberebbe risorse per aiutare quasi 10.000 persone povere. Purtroppo –come visto a dicembre scorso- si continua regolarmente a fare il contrario, gettando decine di milioni dentro partecipate fallite, gestite dagli amici degli amici.

A un certo punto della storia, lo stesso Giacomo Leonelli, segretario PD, aveva chiesto aCatiuscia Marini risorse regionali per almeno “10 milioni”, soldi che si cumulerebbero ai circa 7 milioni che il Governo stabilisce da quest’anno per il c.d. Sostegno all’inclusione attiva, peraltro una bruttissima e cervellotica copia del reddito di cittadinanza targato M5S.

Dopo quelle sulla Sanità, emerge una nuova spaccatura dentro il PD, visto che il presidente della Regione non riserva alcunché di definito per i tanti che vivono in povertà assoluta, ignorando così le richieste del segretario di partito.

Diciamolo chiaro: i poveri non sono la priorità del Documento finanziario 2016-2018. Lo si evince plasticamente anche dalla collocazione delle poche, evanescenti righe riservate al tema. Occorre infatti scendere a pagina 74, taglio basso, per leggere qualcosa in merito:

Nel corso del 2016 verranno attivati una serie di interventi (…): la promozione di percorsi di inclusione sociale volti a favorire il superamento della condizione di povertà estrema e di emarginazione dei singoli e delle famiglie a forte disagio economico e sociale o a rischio di impoverimento.

L’obiettivo è quello di lavorare integrando le diverse modalità di intervento e finanziamento disponibili, a partire dalle risorse del Programma Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo 2014-2020 che -per la prima volta- interverrà in queste materie.

Più in dettaglio, le azioni del POR Fse saranno integrate nel sistema di governo della misura SIA – Sostegno all’inclusione Attiva – prevista dal Programma Operativo Nazionale (PON) Inclusione per le famiglie povere con minori che, accanto a una erogazione monetaria effettuata dall’INPS, prevede l’attivazione di interventi “capacitanti” nell’ambito di un sistema stabile di governance e una rete strutturata di servizi e interventi”.

Al di là dell’indecifrabile prosa –‘interventi capacitanti’- e ammesso poi che le risorse europee siano utilizzabili a tale scopo –forti riserve tecniche al riguardo- la Regione quanto metterebbe di risorse proprie? Ve lo diciamo noi: assolutamente niente. E’ questa la ‘sinistra’?

Andrea Liberati,
Capogruppo M5S
Consiglio regionale Umbria

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