Perugia: abolizione del Quorum nei referendum comunali

“Il 17 Aprile 2016 si voterà contro le trivellazioni nel nostro mare e il governo non si stà curando di veicolare sufficientemente la notizia perché probabilmente si gioca al non raggiungimento del quorum con lo scopo di garantire la vittoria dei NO. Nessuna battage dunque , per vincere è sufficiente non informare o incitare a non partecipare al voto.”

Con questo virgolettato il consigliere Michele Pietrelli del gruppo Movimento 5 Stelle, presenta nel comune perugino due proposte di deliberazione consiliare su quella che è un’ antica battaglia del MoVimento: l’abolizione del quorum nei referendum comunali. Coerentemente una seguente proposta di modifica al regolamento degli istituti partecipativi, allo scopo di semplificarne l’accesso e inserendo la partecipazione ai cittadini che hanno compiuto i 16 anni di età.

Il referendum comunale è uno degli strumenti principali per l’attuazione dellademocrazia Diretta: esso realizza il raccordo fra gli orientamenti che maturano nella collettività e l’attività degli organi di governo dell’ente i comuni costituiscono uno snodo di centrale importanza nell’esercizio di quella sovranità popolare emblematicamente riconosciuta nell’articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana esso è il luogo dove la democrazia diretta, se esercitata, garantisce al popolo l’esercizio del potere decisionale ed educa alla democrazia stessa che si potrà pretendere, a ragione, a tutti i livelli, regionale e nazionale. L’abolizione del quorum è il primo passo indispensabile per consentire ai cittadini di concorrere attivamente al processo decisionale democratico: la democrazia diretta andrebbe di pari passo a quella rappresentativa in un continuum che vedrebbe rafforzata la democrazia integrale che vede le prime due non in competizione mafunzionali l’una all’altra per una vera democratizzazione sociale.

Con l’abolizione del quorum l’astensione peserebbe – in egual misura – sia per i favorevoli che per i contrari e avrebbe funzione di delega; i sostenitori del SI partono svantaggiati in ragione del fatto che i referendum originano (normalmente) dall’insorgenza dei cittadini verso una decisione degli amministratori e che questi ultimi hanno maggiore disponibilità di denaro, tempo, interessi, capacità ed attenzioni mediatiche per perorare la loro causa.

Il quorum rappresenta un bastone tra le ruote della democrazia in quanto permette ai detentori del potere di tutelarsi dal controllo dei cittadini invalidando i loro processi decisionali. Il quorum è un premio a chi non partecipa. Considerando che l’incitazione all’astensionismo è un’arma a favore dei sostenitori del “no”, coloro che impegnano il proprio tempo, energie e volontà per informarsi sul tema del quesito referendario vengono penalizzati se il referendum viene invalidato da cittadini astenuti che non hanno speso nessuna energia in merito.

Su 66 quesiti abrogativi dal 1974 al 2011 ben 27 non hanno raggiunto il quorumrichiesto! Inoltre pur essendo il voto segreto, con la presenza del quorum, ci sono buone probabilità che gli elettori del SI vengano identificati, l’eliminazione del quorum vedrebbe drasticamente l’innalzarsi della percentuale dei NO con conseguente diminuzione delle probabilità di capire quale voto esprima l’elettore.

Già in diversi comuni italiani si è abolito oppure hanno un quorum molto basso mentre in molti paesi europei i referendum non lo prevedono: Francia, Gran Bretagna, Irlanda, Paesi Bassi, Islanda, Spagna, Malta, Lussemburgo, Finlandia, Austria, oltre che ovviamente nella patria dei referendum, la Svizzera.

Se sarà quorum zero ci sarà certamente più democrazia.

Gruppo consiliare M5S,
Comune di Perugia

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