Idroelettrico, regalo da 1 miliardo alle multinazionali

Oltre un miliardo di euro netti negli ultimi dieci anni: sulla scorta del programma finanziario di Garrone, nuovo acquirente del c.d. Nucleo idroelettrico di Terni (con centrali presenti sia in entrambe le province umbre), possiamo ben dire che questa Regione ha svenduto tutto, regalando somme incredibili alle multinazionali straniere –prima Endesa e poi E.On- grazie al mantenimento di canoni concessori straordinariamente bassi. Stiamo parlando degli impianti più importanti dell’Italia a sud del fiume Po. Come noto è proprio la Regione l’ente competente in materia: tuttavia l’incompetenza assoluta di assessori e consiglieri regionali, unita a smaccate collusioni e conflitti di interesse, hanno provocato questa conseguenza. Oggi il ventilato raddoppio dei canoni da parte della Giunta Marini è un pannicello caldo, un atto tardivo e minimale. Infatti, anziché mettere in campo tutte le risorse pubbliche per giungere a gestire direttamente –come accade in Lombardia, a Bolzano e altrove- un introito netto superiore ai 100 milioni di euro annui, si è resa l’ultima marchetta politica a Cruccolandia, mantenendo un canone bassissimo in favore degli intoccabili tedeschi: in cambio di cosa, visto che gli italiani sono invece ultratassati, vessati da Stato , Enti Locali ed Equitalia? Intanto la Regione Abruzzo ha non solo imposto canoni adeguati per grandi concessioni minerarie -€ 35/kw- ma ha anche applicato un ulteriore sovracanone di € 50/kw per impianti –come Galleto- di taglia superiore a 300Mw non andati ancora a gara, una gara imposta dall’Europa eppure mai effettuata tanto che siamo già sotto la seconda procedura di infrazione, fatto che, presto o tardi, condurrà al multone miliardario -che pagheremo noi per aver fatto illimitatamente godere lorsignori della nostra stessa acqua, beffa finale, in coda a tutti gli altri disastri economico-finanziari cagionati da questa politica tragicomica. Il mantenimento dello status quo sta dunque provocando un enorme e doppio danno erariale; intanto il Comune di Terni, nella sua miseria, ha soltanto ottenuto il rinnovo dell’esilarante convenzione per Piediluco (valore pari a 1/1000 dell’introito netto annuo), area naturalistica che subisce da 80 anni pesantissime conseguenze dalla sistematica variazione del livello idrometrico. Nulla si richiede perché le Cascate delle Marmore aprano sul modello delle Niagara Falls e di Iguazu, ove sono parimenti presenti impianti idroelettrici che limitano fortemente l’afflusso delle acque in notturna, ma senza chiuderlo del tutto, senza lo sfruttamento intensivo che invece si registra qui anche di giorno, causando un danno pesante al turismo (Costa Crociere, ad esempio, con le sue migliaia di persone, visiterà le Marmore solo d’estate, perché il tempo di apertura è altrimenti troppo breve) e senza che i territori ricevano congrue compensazioni: seguendo il modello abruzzese incasseremmo all’incirca una cinquantina di milioni di euro annui, soldi che, anziché finire nelle casse regionali e comunali, partono per qualche paradiso fiscale. Regione di politici impreparati, imbelli e collusi.

(Fonte: www.liberatiumbria.it)

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