Umbria all’Expo? Con le tasse della bonifica

I Consorzi di Bonifica operanti nel territorio della Regione Umbria sono tre: Consorzio di Bonifica Tevere Nera, Consorzio di Bonificazione Umbra e Consorzio Val di Chiana Romana Val di Paglia. Abbiamo appena presentato una interrogazione alla Giunta regionale con cui chiediamo chiarimenti circa l’attività e la gestione di tali Consorzi di bonifica.
 Nello specifico chiediamo di sapere:
  • a quanto ammontano i costi sostenuti dai Consorzi Tevere-Nera, Val di Chiana Romana, Val di Paglia e Bonificazione Umbra, per la loro eventuale partecipazione a Expo 2015;
  • se la Regione è a conoscenza della iniquità della tassazione ove operano i Consorzi e quali iniziative sono state messe  in campo negli ultimi cinque anni ai fini del superamento di tutto ciò;
  • se risponde al vero che numerosi immobili di taluni dei Consorzi siano gestiti non in proprietà, ma pagando da anni lucrosi affitti, con evidente sperpero di risorse collettive, indicando per iscritto a quanto ammontano tali locazioni per ciascuno dei citati Consorzi e chi sono i locatori;
  • se la Regione ritenga di intraprendere  iniziative urgenti, e di quale tipo, al fine di costringere i Consorzi di bonifica ad agire secondo criteri di efficienza, efficacia, trasparenza ed economicità;
  • se sussistano dei motivi per cui si verifichino discrasie nella tassazione di quei territori dove operano i consorzi di bonifica (ad esempio Todi, Massa Martana, Foligno, Spoleto, Terni e provincia), aree che vedono i cittadini residenti costretti a pagare un contributo aggiuntivo all’ordinaria imposizione fiscale, contrariamente a quanto avviene altrove dove gli interventi di difesa idrogeologica sono a carico della fiscalità generale.
Ricordiamo che i Consorzi sono enti pubblici economici a struttura associativa dotati di autonomia funzionale e contabile, che devono per legge operare, nell’ambito di un proprio perimetro di contribuenza, secondo criteri di efficienza, efficacia, trasparenza ed economicità, e sono soggetti alla vigilanza della Regione. Com’è possibile quindi che, ad esempio, nel sito Internet del consorzio di bonifica Tevere-Nera, nella sezione ‘amministrazione trasparente’, una moltitudine di pagine risultano mancanti dei dati; nella fattispecie, nella sezione ‘Bilanci’ non appare alcun dato, così come nella sezione ‘Beni immobili e gestione patrimonio’.
Tali Enti svolgono attività finalizzata a garantire la sicurezza idraulica e la manutenzione del territorio, la razionale utilizzazione e la tutela delle risorse idriche a prevalente uso irriguo, la conservazione e difesa del suolo, lo sviluppo rurale, la tutela e la valorizzazione della produzione agricola. Questi Enti sono amministrati dai consorziati che sono i proprietari degli immobili (terreni, abitazioni, fabbricati in genere…) compresi nella zona di competenza dell’ente stesso; i consorziati sostengono economicamente le opere di bonifica tramite delle specifiche imposte, che variano a seconda dell’entità degli interventi e secondo quanto ricordato da specifiche leggi regionali.
L’Assemblea dei consorziati è chiamata a eleggere il Consiglio di Amministrazione sulla base di elenchi di soggetti aventi diritto al voto tra i componenti della prima sezione alla quale appartengono tutti i consorziati, agricoli ed extra-agricoli, privati e pubblici, proprietari di immobili, iscritti nel catasto del consorzio di bonifica, che godono dei diritti civili (e sono obbligati al pagamento dei contributi stabiliti dal consorzio stesso) e della seconda sezione alla quale appartengono i legali rappresentanti dei comuni ricadenti nel comprensorio del consorzio di bonifica, o loro delegati; la prima sezione è suddivisa in fasce di contribuenza ai fini della predisposizione degli elenchi degli aventi diritto al voto. Nei territori regionali dove operano i consorzi di bonifica (Tevere-Nera, Valle di Chiana Romana, Val di Paglia e il Consorzio di Bonificazione Umbra) i cittadini sono tenuti al pagamento di un contributo aggiuntivo all’ordinaria imposizione fiscale, contrariamente a quanto avviene per i cittadini residenti in altre aree, dove gli interventi di difesa idrogeologica sono a carico della fiscalità generale.Ulteriormente, per alcuni comuni esistono delle disparità di trattamento impositivo: si è così costretti a pagare il contributo consortile sia sulla proprietà fondiaria che su quella immobiliare.
Andrea Liberati e Maria Grazia Carbonari,
Portavoce M5S Consiglio regionale Umbria

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