Conflitti di interesse con le coop, doppie e triple pensioni, scarsa o nulla propensione all’ascolto dei cittadini, mancanza di rispetto nei confronti dell’Aula e poi tanti viaggetti all’estero: Catiuscia Marini è fatalmente destinata a pagare il prezzo del suo disimpegno civico e politico, fatti gravi che, tra altre pessime cose, sono già valsi all’
E oggi quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini: l’omonimo assessore regionale alla Sanità (forse) si dimette e apre così una vera crisi istituzionale.
Intanto l’Aula è vuota da ore, nessuno della maggioranza si presenta e l’Umbria scade in una situazione completamente ingestibile: dopo tanti segni premonitori, ma inascoltati, esplodono all’
Giungono impetuosamente al pettine i nodi del governo di cartapesta che da sempre gestisce un potere immobile, finora assecondato da una cappa politico-giudiziaria inaccettabile, anacronistica e certamente non più sostenibile. Fine dell’impunità?
Eppure, nel corso dell’ultima seduta, Catiuscia Marini era stata sprezzante coi cittadini e col M5S, profondendosi in veri e propri deliri di onnipotenza: “Liberati, io arriverò al 2020, capito?” Probabilmente si riferiva all’orario: arriverà a malapena alle 20.20 di stasera e pure l’apericena, cara a politici viziati dal privilegio, potrebbe andarle di traverso.
Suvvia Catiuscia: il tempo della propaganda è esaurito. È febbrile l’attesa degli umbri per un tuo rapido ritorno in Legacoop, perché su quegli ambiti sei perfettamente a tuo agio. Ma libera finalmente questi Palazzi e queste comunità dalla tua ingombrante e retriva presenza politica. Grazie
Andrea Liberati,
Capogruppo M5S
Consiglio regionale Umbria