Giunta Regionale in drammatica crisi: Marini riferisca subito in aula

Crisi giunta Marini nomine Sanità

UNA PARABOLA PROSSIMA AL COMPIMENTO, FINITO IL TEMPO DEI VIAGGI NEL MONDO.
IN LEGACOOP GLI ULTIMI QUATTRO GATTI PRONTI AD ACCOGLIERLA A BRACCIA APERTE

E’ necessario “Un modello di sanità in grado di rispondere ai bisogni dei cittadini”: sembrano –almeno a parole- intendimenti grillini, con tanto di esplicite critiche rivolte ieri a Catiuscia Marini dalle componenti moderate del PD, consiglieri che hanno in particolare accusato la presidente di politiche connotate da vieta ‘conservazione’ e ‘continuità’. D’altronde, dopo i famigerati quattro anni di commissariamento Marini, la caduta a picco del servizio sanitario regionale è certificata da statistiche incontrovertibili (siamo sotto la Sicilia nei c.d. LEA), oltre alla concreta percezione dell’utenza.

Questo è accaduto ieri. Oggi si rilanciano le dimissioni di Luca Barberini, già assessore regionale alla Sanità. E la crisi diviene allora grave e drammatica, con tanto di espressioni molto precise all’indirizzo della presidente di Giunta, quali “Arroganza e mancanza di ascolto, di idee e di proposte. Scarsa assoluta capacità di interpretare le esigenze di un cambiamento, di un’innovazione inesistente”. Così Barberini, pochi minuti fa.

Come che sia, dopo la crisi strisciante avviata da una Catiuscia Marini sempre più asserragliata nella sua turris eburnea -quando non è all’estero- totalmente dimentica delle sue origini, oggi umiliata a causa della sua stessa immensa boria, davvero scollegata dalla realtà della nostra gente, dopo le ore buttate ieri in un’Assemblea desolantemente vuota, dopo l’obliterazione di altre sei mozioni e svariate ulteriori proposte, tutte regolarmente saltate, ora è cruciale capire cosa fare: la maggioranza deve dire agli umbri se sia in grado di proseguire o meno.

Se ancora esiste un governo-regimetto dell’Umbria, il M5S chiede dunque alla presidente del Consiglio regionale, Donatella Porzi, di convocare al più presto l’Aula, discutendo della crisi istituzionale in atto nella sua naturale sede, costringendo per una voltaCatiuscia Marini a rispondere, a meno che la medesima, sua sponte, non desideri viceversa ascoltare quel che le suggeriscono non soltanto le ragioni del cuore, ma soprattutto un numero crescente di umbri, dimettendosi subito da Palazzo Donini e tornando dunque al più presto laddove questo disastro è iniziato, presso l’ineffabileLegacoop, luogo in cui dovrebbero restarle quei tre/quattro gatti pronti ad accoglierla a braccia aperte. Sappiamo infatti che, con grande contrizione, ella quotidianamente si domanda: vado o non vado?

Forse a causa di tale rovello, costei è tuttora in aspettativa e non si è ancora dimessa dalla suddetta associazione datoriale, fruendo di un futuro invidiabile tris pensionistico, tra vitalizi e trattamenti ordinari, esecrabile vicenda su cui annunciamo oggi una nuova interrogazione urgente,  la terza dello stesso tipo, convinti che però stavolta non sarà censurata, così da consentirle di sciogliere quanto prima l’amletico dubbio: ‘vado o non vado?’ Ma vai. Vai pure, Catiuscia!

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