Elettrocarbonium Narni: basta avventure

Sull’Elettro di Narni si rischia il definitivo sipario, ma nessuno –tra politica e sindacato- sembra avere il coraggio di raccontare una scomoda verità a lavoratori e cittadini invero da tempo pronti ad accoglierla.

La stella cadente del manager, Michele Monachino, è protagonista assoluta di questa storia. Dopo l’annunciato ricorso a un’improbabile banca inglese e a pagamenti in sterline in piena zona euro, gli chiediamo: perché, anziché in pounds, non liquida le spettanze con le conchiglie del mare di Puglia? Quanto Monachino ha invece ricevuto sin qui da SGL nel corso dell’ultimo anno e quanto ha effettivamente riversato sull’azienda? Quanto capitale proprio vi ha finora immesso?

Domande non peregrine per valutare la capacità finanziaria e gli intendimenti del soggetto in questione, alla luce di nuove eppure antiche promesse a dipendenti e fornitori da tempo impagati e che hanno visto più volte il manager rifornire la sua berlina con gasolio prelevato dal serbatoio a servizio dell’azienda. Tutto legittimo, ovviamente.

Le maestranze –e le ditte- stanno davvero perdendo soldi e speranze. Dopo gli appena 19.000 euro lordi erogati all’epoca ai dipendenti da SGL quale incentivazione all’esodo –e nemmeno ricevuti da tutti, in realtà- sufficienti a coprire appena un anno di mancato lavoro, dopo la vergogna di un licenziamento collettivo reiteratamente assecondato dal sindacato con le intese di luglio, novembre e dicembre 2014, sarebbe bene che ora qualcuno chiarisse ai dipendenti perché fu individuata una somma così modesta a fronte di un futuro che già allora appariva per tutti molto fosco, creando nei fatti le condizioni per gettare nel breve termine sul lastrico decine di famiglie.

Ecco allora che il M5S esige a questo punto, un anno dopo tante, troppe parole, che il manager Michele Monachino tiri subito fuori le risorse –se le ha. Altrimenti lasci sollecitamente l’azienda e se ne vada dall’Umbria, perché persona non grata. Abbiamo già assistito a molte avventure pseudo-imprenditoriali in Umbria: non vogliamo proseguire su quella china.

Nessuno infine pensi di trattare Narni come è stato fatto ad Ascoli, dove SGL ha lasciato per anni il deserto dei tartari, con le bonifiche rimaste al palo per anni: dunque si ricerchi per l’ultima volta un credibile acquirente, se esiste. Con un’idea di rango industriale, se esiste.

Al contempo, si proceda regolarmente con la bonifica, non appena le istituzioni completeranno il relativo iter, senza ulteriori indugi, dando vero lavoro. Il M5S vigilerà affinché tutte le leggi siano severamente rispettate, pronto a recarsi in Procura nell’interesse generale di maestranze e comunità.

Andrea Liberati,
Capogruppo M5S
Consiglio regionale Umbria

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