Rifiuti: è questione di numeri… e volontà

La scorsa settimana in Commissione di inchiesta sulla gestione integrata dei rifiuti si è svolta l’audizione del neopresidente dell’AURI, Cristian Betti (sindaco di Corciano), e di vari sindaci umbri sul tema della gestione del ciclo dei rifiuti, audizione richiesta in seguito alla costituzione, il 29 febbraio scorso, dell’agenzia unica regionale, l’AURI appunto, che sostituirà gli attuali 4 Ambiti Territoriali Integrati (ATI) e si occuperà di regolamentare sia il servizio idrico integrato che il servizio di gestione integrata dei rifiuti.

Ascoltando l’interessante relazione del presidente Betti considero che due sono fondamentalmente i concetti emersi. Da un lato risulta a tutti evidente come in una gestione del ciclo integrale dei rifiuti, sia ormai imprescindibile percorrere linee guida che M5S e i vari comitati hanno marcato da tempo immemorabile: incremento della raccolta differenziata, riduzione drastica del conferimento in discarica, introduzione della tariffa puntuale, educazione ambientale nelle scuole. Sembra qualcosa di scontato ma così non è. Dall’altro è stato messo finalmente sul tavolo il tema dell’inganno dei numeri sulla raccolta e l’effettivo smaltimento dei rifiuti differenziati.

Su quest’ultimo tema la presa di posizione di Betti è stata, almeno a parole, netta e incontrovertibile. Com’è possibile, infatti, cito le esatte parole del presidente AURI che “un comune che copre il 100% del suo territorio riesca a raggiungere il 60% di differenziata e lo stesso risultato possa ottenere un comune che copre appena il 60%?”. I numeri non mentono mai e chi qui invece sta mentendo sono coloro che queste cifre manipolano, se per dolo o per negligenza non è dato sapere.

Ma tema chissà più importante e, forse, meno conosciuto è quello dell’inganno sui numeri della raccolta differenziata che viene scientemente perpetrato a danno dei cittadini. In questo caso non si tratta di una manipolazione delle cifre ma di una sorta dimanipolazione dell’informazione che arriva al cittadino/utente. Qualora si voglia stabilire l’efficienza del ciclo integrale il dato importante non è infatti quello del totale dei rifiuti raccolti quanto quello del totale riciclato, ossia la quantità dei rifiuti che vieneeffettivamente avviata al riuso/riutilizzo/riciclo. Tale dato determina la qualità della raccolta differenziata, elemento, questo, di vitale importanza in una visione moderna dieconomia circolare, giacché dalla qualità della differenziazione dipende l’efficienza e l’efficacia di molti cicli di riutilizzo (p.es. gli impianti di digestione anaerobica).

Prendiamo per esempio il caso di Foligno, comune che appartiene all’ATI3 e il cui gestore del ciclo dei rifiuti è VUS, impresa a totale partecipazione pubblica. Qui infatti, secondo dati ufficiali ARPA 2014, solo 2.150 ton. di rifiuto organico è stato effettivamente recuperato portando la reale percentuale di materia recuperata solo al 32,16%, eppure l’Assessore di turno, dichiara con soddisfazione di aver raggiunto il 58%. Questo “balletto”di cifre tra la percentuale raccolta e quella effettivamente riciclata è la norma nei comuni umbri tanto che Betti, cito di nuovo testualmente, ha invitato sindaci e Regione Umbria ad “annunciare di meno e fare di più” abituandosi a fornire le cifre dell’effettivo riciclato.

Se infatti è vero che la legge obbliga comuni e Regione a fornire il solo dato della raccolta è anche vero che nessuna legge vieta di fornire anche quello dell’effettivo riciclo, e se un obbligo in questo caso esiste è quello “morale” della trasparenza e correttezza informativa nei confronti dei cittadini, in particolar modo quelli “virtuosi” che si sentirebbero presi in giro al sapere che la propria meticolosa attenzione nel conferimento viene vanificata poi nello smaltimento.

A proposito di virtuosismo del cittadino e smaltimento, è qui, forse, dove si gioca la battaglia fondamentale tra una Regione che ritiene imprescindibile “chiudere” il ciclobruciando materiale (con l’incenerimento in loco o con la produzione di CSS poco cambia nella sostanza) e noi che, insieme a tanti comitati e associazioni, pensiamo che arrivare a Rifiuti Zero sia possibile (oltre che auspicabile)”.  Io ragiono da madre e persona comune, basta che ognuno di noi faccia un piccolo sforzo e inizi a prestare più attenzione nella differenziazione dei rifiuti che produce, pesando e annotandosi le diverse frazioni prima di conferirle, e si accorgerebbe come mediamente siamo in grado, con estrema facilità, di differenziare quasi il 95% dei nostri scarti limitando così al solo 5% quello che, stanti le attuali tecnologie, dovrebbe essere avviato in discarica.

Basta crederci… e noi ci crediamo!

Maria Grazia Carbonari,
Portavoce M5S
Consiglio regionale Umbria

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