Referendum Trivelle: il boicottaggio della Marini

Alcuni cittadini ci hanno infatti prontamente documentato l’illegale invasione degli spazi riservati alla propaganda referendaria, riempiti a più riprese con manifesti relativi a un’iniziativa di Catiuscia Marini, unitamente al Partito Democratico di Gubbio, atta a promuovere l’uso delle “risorse comunitarie per lo sviluppo del territorio“: si tratta di affissioni contra legem, totalmente avulse dal contesto.

Che Matteo Renzi si opponga al referendum del 17 aprile è cosa ormai nota; nondimeno, la stessa Marini, a capo di un’Umbria da sempre isola senza mare, fungendo da mero passacarte delle direttive del Governo, aveva già nei mesi scorsi evitato la discussione in Aula sulle trivellazioni.

Ora la presidente della Giunta si spinge oltre, promuovendo l’ennesimo convegno che nulla c’entra con le consultazioni. E lo fa, oltretutto, a Gubbio, cittadina tanto straordinaria quanto sensibile in tema di rischi sanitari e industriali.

E’ l’atteggiamento schizofrenico di chi non ha neppure il coraggio di affermare le proprie idee, dichiarandosi dapprima a favore delle rinnovabili, salvo poi predicare l’astensione, cedendo clamorosamente alle pressione delle lobby del petrolio e occupando, infine, persino gli spazi referendari. Catiuscia Marini pone così il bavaglio alla democrazia, come fanno i suoi vertici.

Gli impegni assunti dalla Marini medesima per limitare le emissioni inquinanti in Umbria? Le dichiarazioni volte a dare un segnale di doverosa sostenibilità dello sviluppo? Soltanto l’ennesimo bluff di una governatrice da tempo prigioniera della sua stessa retorica.

Andrea Liberati,
M5S Umbria

Rodolfo Rughi, Sara Mariucci e Mauro Salciarini,
M5S Comune di Gubbio

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *